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lunedì 21 gennaio 2013
NO HARLAN - FIACCOLATA Correzzana (MB) 19/01/13 ore 16
Sabato: partenza ore 14, pioggia forte e tanto freddo. Arriviamo in anticipo, non ci sono ancora molte persone, in compenso troviamo facilmente parcheggio.
Ci rinchiudiamo in un bar vicino al municipio: è strapieno di camionette della polizia e poliziotti che controllano tutto.
Per noi è la prima manifestazione a cui partecipiamo: siamo abbastanza emozionati e nella testa abbiamo tanti punti interrogativi. Però siamo organizzati: abbiamo portato un thermos di the caldo, qualche brioches; siamo ben coperti, guanti, sciarpa, cappello, ombrello, calze e scarpe pesanti.
Partono le telefonate: c'è chi è appena partito, chi sarà sul posto tra 5 minuti, chi è già lì, ma non ci ha visto... poi ci troviamo al bar col nostro gruppo, solo noi saremo circa una ventina. Tutti armati di fiaccole, videocamere e macchine fotografiche digitali. I cagnolini li abbiamo lasciati a casa all'asciutto e al calduccio (e poi potrebbero esserci dei tafferugli). Tutti i beagles a casa tranne l'impavido Birillo con il suo impermeabilino, mascotte del nostro gruppo!
Al ritrovo ci sono molte persone: comincia a nevicare, si gela... Dopo un'attesa in cui si scattano foto,si socializza e si accendono le fiaccole, parte il corteo.
Siamo diretti da un'auto con degli altoparlanti che ci spiega cosa succede ad Harlan, cos'è la vivisezione, chi ci guadagna, quali torture devono subire questi innocenti esserini.
Anche qualche slogan in coro: "Vergogna!" "Assassini!". Si procede a rilento, continua a nevicare e fa sempre più freddo: io non mi sento più i piedi.
Smette di nevicare, ma continua la pioggia, comincia a farsi buio. Arriviamo davanti ad una cancellata: speravo fosse Harlan e invece no, la polizia ci ha impedito di raggiungere questa "fabbrica di morte" bloccandoci molto prima.
Cominciano gli interventi di alcuni noti attivisti nel campo della lotta alla vivisezione: come a Correzzana, oggi si manifesta a Udine, in Francia e addirittura anche a Gerusalemme.
Poi interviene anche il dottor Massimo Tettamanti e lo fa risvegliando ancora di più le nostre coscienze: come agire? Cominciano ad avere paura di noi?
Alla fine, tutti poniamo i nostri lumini accesi (la polizia li rimuoverà sicuramente: va beh, almeno lavorano un po'), che simboleggiano una sorta di candela accesa per tutte le anime che soffrono e che muoiono, in nome di cosa poi? La scienza? La ricerca? Ma per piacere!
Il corteo si disperde, il nostro gruppo invece si riunisce: ripercorriamo il percorso a ritroso, ma molto più velocemente. Siamo troppo infreddoliti per commentare anche se io riesco a dire che sono stata contenta di aver partecipato.
Rientrati a casa, la stanchezza prende quasi subito il sopravvento e non c'è stata occasione per meditare sul tutto, ma la mattina dopo a mente lucida, io ho capito che anche il mio piccolo contributo è servito a qualcosa: ho acquisito sempre maggior consapevolezza relativamente a questo "problema" e questa è stata una giornata positiva riguardo alla lotta alla vivisezione!
Riporto il brano di un discorso del dottor Massimo Tettamanti, tratto da "Il cambiamento - dal virtuale al reale" 1 ottobre 2012:
“In un mondo dove la propaganda pro-vivisezione si snocciola nel dubbio se è meglio sacrificare un topo o un bambino, chi rischia la propria vita e la propria libertà personale per liberare dei topi, delle specie che normalmente sono considerate schifose, rappresenta per me il punto più alto e più nobile della lotta contro la vivisezione. Come ha sottolineato Felicetti, nella diversità, abbiamo la nostra forza e la mia opinione è che la vivisezione deve essere attaccata in tutti i modi, l'importante è che l'obiettivo finale sia esattamente quello”.
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