Orari: lunedì dalle 14.30 alle 19.30;
martedì, mercoledì e venerdì dalle 9.30 alle 19.30;
giovedì e sabato dalle 9.30 alle 22.30.
Ingresso € 11 con audio guida gratutita
La mostra è una grande restrospettiva monografica del pittore, nato in Russia,vissuto in Germania e morto a Parigi (1866-1944) e presenta opere fondamentali della sua arte. Folgorato sulla via della mostra degli Impressionisti a Mosca del 1896, Kandinsky lascia la carriera universitaria per diventare pittore. Segue il classico cursus degli studi sotto la guida di grandi maestri a Monaco e soggiorna dal 1906 al 1907 a Sèvre, vicino a Parigi.
Sviluppa così il suo pensiero artistico, che abbraccia numerosi campi, la pittura, la musica, e il teatro nei quali cerca e difende lo spirituale nell’arte.
Kandinsky è stato uno dei pionieri dell’arte astratta. Il suo lavoro è stato riconosciuto e apprezzato già mentre era in vita, soprattutto in Germania dove gli fu offerta una cattedra al Bauhaus (scuola di arte e architettura tra le più famose al mondo) e poi, in Francia dove visse per undici anni fino alla morte avendo molti amici grandi pittori come Mirò. Bollate come arte degenerata da Adolf Hitler nel 1937, l’arte di Kandinsky, così apparentemente semplice e leggera, è in realtà un intricatissimo gioco di partiture, suonate da un’orchestra invisibile. La collezione del Centre Pompidou esposta a Milano è la più grande al mondo.
Ci si trova subito immersi in una sala con le pareti completamente decorate sulla base di alcune tavole che Kandinsky aveva realizzato per un salone in Germania. Il tutto è stato allestito per la prima volta in Italia. Con 145 metri quadri di superfici dipinte che rapiscono lo sguardo e danno le vertigini anche ai più esperti. Il tuffo emotivo nelle linee e nei colori prosegue e si dilata in altre otto sale dove sono esposti più di 80 pezzi tra quadri e disegni, esposti in ordine cronologico.
Da Vecchia città del 1902 a Blu di cielo del 1940 passando attraverso Mulini a vento (1904), Nel grigio (1919), Giallo, rosso e blu (1925) Accento in rosa (1926), Insieme multicolore (1938).
L'arte di Kandinsky può sembrare oscura e per capirla vorrei partire dalla parola "astratto", cioè "senza riferimento a cose reali". Ma siamo sicuri che sia così? Pensiamo che le cose reali siano solo quelle che si toccano? Per Kandinsky gli stati d’animo erano dei soggetti perfetti, oltre che belli, per i suoi dipinti. Ma come si possono rappresentare? Nei suoi numerosi scritti, il pittore ha spiegato che ogni colore ha una sua forma privilegiata e può corrispondere a una passione. Una sorta di dizionario dove ogni cromatismo ha il suo significato preciso.
Kandinsky è un grandissimo della pittura e non si può fare a meno di ammirarne l'arte, che denota enorme sensibilità artistica che arriva e tocca la nostra spiritualità. Nonostante tutto ciò, devo dire che durante tutta la mostra sono rimasta abbastanza tiepida e non ho provato grandi emozioni ammirando questi capolavori (per avere un'idea anche del valore economico di quello che ci troviamo di fronte, basti pensare che per la casa d'aste più famosa del mondo, Christie’s, un’opera della serie Improvvisazioni è stimata tra i 20 e i 30 milioni di dollari).
Probabilmente si tratta di una mia mancanza, non ho capito appieno questo grande artista. O forse, complice il fatto che ho visitato la mostra in un pomeriggio prefestivo, le sale erano troppo affollate e quindi non sono riuscita a godermi la bellezza delle opere.
Nota di merito per "Giallo, rosso e blu" che non ha mancato di suscitare in me grande ammirazione e la tipica sensazione di grande fortuna, che spesso mi capita di provare quando mi rendo conto di avere l'opportunità di vedere dal vivo opere immense e che mi spingono a pensare sempre più che l'arte non può e non deve essere il privilegio di pochi, ma che altresì deve essere alla portata di tutti, nella sua universalità.
Giallo, rosso e blu, 1925 |
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